LaSforzesca

LaSforzesca

BIRRA ARTIGIANALE

Le birre de La Sforzesca nascono per esprimere due unioni. La prima, quella tra gli uomini ed un territorio autentico, a tratti selvaggio, ricco di preziose materie prime ed ingredienti genuini: quello del monte Amiata.
La seconda, quella tra due nobili famiglie che nel sec.XVI siglarono il loro sodalizio con un matrimonio. Gli Aldobrandeschi, di origine longobarda, con il loro portato di tradizioni nordiche, rappresentano una ricchezza per la cultura della birra. Gli Sforza, celebre famiglia dell’aristocrazia guerriera, con il loro passato di capitani di ventura interpretano il lato più spregiudicato e mondano dell’italianità rinascimentale.
GRANTOSCO
Brand 2
Brand 3
Draco

Draco

IN • CAUDA • VENENUM

L’impavido conte Guido Sforza, acclamato dal popolo, organizzò una spedizione nella selva vicino alla fonte di Santa Fiora e, dopo aver bevuto la sua pozione a base di malto, luppolo ed altri ingredienti segreti, riuscì con la sua lancia ad infliggere il corpo fatale al terribile drago Cifero.

ffuriosi incendi divampavano tra i boschi del monte Amiata quando le sue fauci si spalancavano. Non divorava solo bestiame, ma la sua inaudita ferocia lo spingeva ad uccidere quasi un uomo al giorno. A quei tempi erano padrone di Santa Fiora le famiglie Aldobrandeschi e Sforza. Dal matrimonio tra i principi di queste due casati, era nato il giovane conte Guido, molto amato dal popolo e destinato a governare a lungo il paese ed il contado. I frati del convento di Selva si rivolsero a lui, per capire come liberarsi dalla minaccia infernale dell’orrendo drago che si era ormai stabilito nei boschi fra Santa Fiora e Selva, seminando terrore tra le genti dei vicini borghi. Guido Sforza non si fece pregare, e, attrezzato con corazze, lance ed archibugi, andò una prima volta alla ricerca del drago. Ritornò sconvolto: si era salvato solo per miracolo dalla sua furia. Si trattava di realizzare un’impresa speciale, di prepararsi ad una lotta al di là delle sole capacità umane.

Organizzò una nuova spedizione nella selva vicino alla fonte di Santa Fiora. Questa volta portò con sé una pozione a base di malto, luppolo ed altri ingredienti segreti, preparata personalmente dal mago. Finalmente, dopo durissimi combattimenti, riuscì con la sua lancia ad infliggere il colpo fatale al terribile drago Cifero. Quello che era diventato il simbolo di tutte le paure degli abitanti della Maremma, che atterriti non riuscivano a vivere serenamente il loro rapporto con una natura rigogliosa e ricca di materie prime. Per dimostrare di aver ucciso veramente il drago, Guido mostrò a tutti l’enorme teschio della belva e in seguito lo affidò come trofeo ai frati, che ancora oggi lo conservano nel convento. Non solo, mostrò anche il calice dal quale aveva bevuto prima di scagliarsi con ardore e potenza inauditi contro Cifero.

kk*Dante named him ‘Gran Tosco’ in the eleventh ‘canto’ of Purgatory tu exalt his political and military virtues.
It was a scroll though which made Guglielmo Aldobrandeschi so haughty and proud: that with the recepy of his beloved beer which his prestigiuos longobard family brought along when descending the peninsula to conquer the monte Amiata region and settle in a lush natural territory rich in minerals and raw materials.

*English version

Golden Ale

Ingredienti

Acqua e malto d’orzo.  Differenti tipologie di luppoli, lieviti selezionati.
Birra ad alta fermentazione non pastorizzata, non microfiltrata, fermentat in bottiglia.

Degustazione

Schiuma persistente e ben strutturata, che rimane ben adesa ai bordi del bicchiere. Aroma che va dall’erbaceo al fruttato, con note di bergamotto. Inizialmente si percepisce il sapore del malto, che poi viene coperto dagli aromi del luppolo ed infine da una nota di amaro che lascia la bocca piacevolmente pulita.

Abbinamenti

Pasta al sugo, lasagne, cannelloni, pasta in brodo, zuppe, formaggi freschi, salumi freschi, cacciagione, pesce azzurro, pizza, pasticceria.

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Barda

Barda

IN • HOC • SIGNO • VINCES

Un’armadura di cuoio cotto, di lamine di ferro o di rame, colla quale si armavano le groppe, il collo, e ‘l petto a’ cavalli degli uomini d’arme. Il capitano di ventura conosce tutti i segreti dell’arte del combattimento; è tra i primi ad introdurre la tecnica dello scontro da cavallo con indosso pesanti armature metalliche.

ddi fronte al suo cavallo de la raza Gonzaga, lo guarda negli occhi, mentre lo veste con tutte le armature. Lega le ultime cinghie, sistema le bardature a piastre d’acciaio, sospira e batte il suo piede pesante in terra. Ora è quasi pronto, fa quasi paura come dovrebbe, è ad un passo dal diventare, in simbiosi con il suo cavaliere, una terribile macchina da guerra. Lo fissa di nuovo, prova a trasmettergli questo, sussurrandogli delle parole che sembrano arabo. Per un attimo il suo sguardo prende il volo, punta la feritoia nel muro della scuderia e si dirige verso le praterie che circondano il castello. Ora deve tenere sotto controllo una quantità smisurata di dettagli, preoccuparsi dei suoi uomini, delle ferite, delle anime, delle bestie.

C’è stato un tempo in cui a malapena conosceva qualche nome di fiori e alberi di quelle contrade, e correva libero e lieve. Libero forse s’illude si esserlo ancora. Sceglie lui il suo padrone, i suoi cavalieri.
E’ una sorta di impresario della guerra al soldo di diversi signori, nel contesto dei Comuni del sec. XV, quando il notevole sviluppo delle attività artigianali, commerciali e artistiche allontana la borghesia dallo spirito guerresco. Tanto sudore e sangue e solo pochi momenti di sollievo con la sua compagnia, naturalmente davanti ad una buona birra. Anzi a diverse buone birre, quando deve tirare le fila di una ‘ventura, parlare con i suoi stanchi e feriti, quelli rimasti, esaltare una vittoria o far ingoiare una sconfitta.

kk*At the head of his small band of knights, personally chosen by him, the captain of soldiers of fortune knew all the secrets of the art of combat; amongst the first to introduce cavalry combat in heavy armour.
So much sweat and blood and so few moments of comfort with his company at arms sharing a good beer.

*English version

Indian Pale Ale (APA)

Ingredienti

Acqua, malto d’orzo, differenti tipologie di luppoli, lieviti selezionati

Degustazione

Cremosa e poco persistente Color giallo paglierino con riflessi ambrati. Aroma: al naso un profumo erbaceo, che poi lascia spazio alla frutta ed agli agrumi, specie mandarino e pompelmo. Al gusto note iniziali dolciastre di caramello lasciano la ribalta all’amaro/dolce amaro dei luppoli americani. Il finale è asciutto, quasi astringente.

Abbinamenti

Zuppe, agnello, capretto, soutè di cozze, magari cotte con la stessa birra, formaggi erborinati, sorbetti e gelati.

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GranTosco

GranTosco

IN • HOC • SIGNO • VINCES

Uno dei piu’ illustri membri della prestigiosa famiglia longobarda – scesa nella Maremma per unirsi ad un territorio unico, ricco di preziose materie prime – Guglielmo Aldobrandeschi, viene ritratto nella Divina Commedia, undicesimo canto del Purgatorio. 
Dante lo definisce “Gran Tosco” per la sua virtuosa condotta politica e militare, che consente al casato di estendere il suo dominio su vasti territori intorno a Grosseto e Siena.

iipassi di Guglielmo riecheggiano nelle stanze quiete del castello di pietra amiantina. 
Anche un uomo fregiato del nome di “Gran Tosco” puo’ essere assalito da momenti d’inquietudine, quando, la notte prima di una grande impresa, il sonno diventa un miraggio. Ora s’arriccia energicamente uno dei folti e ispidi baffi rossi, un attimo dopo tamburella sonoramente le dita sull’elmo conservato nella teca accanto al salone dei ricevimenti.
 S’affollano i pensieri: il destino a cui è stato chiamato, l’onore del suo popolo e la prosecuzione della stirpe, il mantenimento delle terre che ha iniziato ad amare profondamente; selvagge, aspre ma in fondo generose, proprio come lui.

Durante le notti insonni, è difficile trovare consolazione in pensieri più lievi. Quasi come un bambino, va alla ricerca del suo personalissimo tesoretto, la pergamena infilata in un astuccio di castagno della selva di Santa Fiora, tutto intarsiato con le effigi di animali dalla testa d’uomo. Una pergamena che si cura di far riscrivere non appena gli inchiostri iniziano poco poco a sbiadire. Qui trova appunti, riflessioni più intime…addirittura qualche disegno buttato giù di sua mano, per tenere a mente volti o paesaggi. Tra queste righe un  posto speciale è riservato alla ricetta della sua birra; oltre agli ingredienti, alle dosi e al processo di lavorazione, affiorano note più personali, una sorta di diario segreto, sui momenti più gioiosi trascorsi dopo aver bevuto un boccale: la celebrazione di una vittoria, così come l’inizio di un’avventura galante.

hh*Fires raged as it opened its jaws in the monte Amiata woods. Not only did it devour cattle, its ferocity had it slay a man a day spreading terror among the peoples of Santa Fiora and its surroundings.
The brave count Guido Sforza, after having drunk his potion of malt, hop, honey and other secret ingredients, managed single handedly with his spear to slay the beast.

*English version

Birra Rossa Doppio malto alla Castagna

Ingredienti

Acqua, malto d’orzo, castagna IGP del Monte Amiata seccata presso seccatoi della zona (20%). Miele di castagne. Differenti tipologie di luppoli, lieviti selezionati.
BIrra ad alta fermentazione non pastorizzata, non microfiltrata, fermentat in bottiglia.

Degustazione

Cremosa e poco persistente. Color castagna con riflessi marroni. Al naso un aroma fruttato tipico dei lieviti belgi. Le note iniziali di caramello lasciano sul finale spazio alla castagna il cui aroma resta delicato, mai preponderante.

Abbinamenti

Zuppe, brasati, magari cotti con la birra stessa. Cinghiale o selvaggina in umido, tacchino farcito alle castagne, salumi e formaggi stagionati. Pesce azzurro alla griglia o alla brace. Tra i dolci: castagnaccio, Monte Bianco.

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